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Assicurazione contro le calamità naturali obbligatoria entro il 2024, ma non per tutti

E mentre la legge di bilancio 2024 prosegue il suo iter camerale, spicca, tra gli argomenti, l’introduzione dell’obbligo per le aziende di stipulare assicurazione contro le calamità naturali (causati da sismi, alluvioni, frane, inondazioni, eruzioni vulcaniche ed esondazioni).

Tracciamo un quadro rapido della situazione attuale nel nostro paese in merito alla gestione delle catastrofi naturale, e vediamo cosa prescriverà (se accolta) la normativa.

In Italia, nel biennio 2022-23, gli eventi più devastanti sono stati la frana occorsa ad Ischia a novembre 2022 e le alluvioni che hanno colpito le regioni Marche a settembre 2022, l’Emilia-Romagna a maggio 2023 e la Toscana ad inizio novembre 2023.

Che il nostro sia un paese ad alto rischio sismico ed idrogeologico è cosa nota da sempre, e tuttavia il trend sta, per vari motivi, peggiorando, con un bilancio, nel solo 2023, di miliardi di euro di danni, decine di migliaia di edifici distrutti o danneggiati, migliaia di sfollati, e decine di vittime.

I cosiddetti “ristori”, vale a dire gli aiuti pubblici, stanno arrivando adesso per l’alluvione di sei mesi fa in Emilia (si può fare domanda online praticamente da oggi, 15/11/2023, qui), e già si contano altri due miliardi di danni per quella in Toscana, recentissima.

Insomma, la situazione è complessa, ottenere i rimborsi è lungo e difficile e mai come adesso stipulare un’assicurazione contro le calamità naturali per la propria casa è consigliatissimo.

I danni causati da questi eventi sono trasversali, colpendo sia le famiglie che le industrie. 

Proprio adesso, Confindustria segnala che 150 aziende toscane sono state praticamente distrutte o messe in condizioni di non poter lavorare dalla recente alluvione.

Di fatto, da almeno 20 anni, dopo ogni ogni evento tragico legato a calamità naturali in Italia, parte il dibattito politico sulla necessità di adottare delle soluzioni assicurative ad hoc, atte ad evitare la grande perdita di tempo e risorse già nel periodo immediatamente successivo all’evento avverso.

La manovra attuale prevede quindi l’obbligo di stipula della polizza anticatastrofi entro la fine del 2024. Per le aziende.

Per promuovere questa iniziativa sono previsti incentivi pubblici e si puniranno le aziende inadempienti con una multa che può arrivare fino ad un milione di euro.

Ed i privati?

Per i privati nessun obbligo legislativo. 

Eppure, più dell’80% delle abitazioni civili – circa 35 milioni – è esposto a un livello di rischio medio-alto.

In Italia, infatti, poco più del 5% delle case private sono assicurate contro le calamità naturali come terremoti o alluvioni, mentre il 44% è coperto da una polizza contro gli incendi.

Tutto questo anche se, a partire dal 1° gennaio 2018, i contribuenti che stipulano un’assicurazione contro le calamità naturali possono usufruire di una detrazione fiscale pari al 19% del premio versato. 

In generale l’Italia, dopo la Grecia, ha la differenza tra l’ammontare delle perdite e quello degli importi coperti da polizza più alta tra tutti i paesi europei, che l’Istat ha stimato in 4,3 miliardi di euro per il solo 2021. 

In altri termini, la maggior parte delle perdite economiche causate da eventi catastrofici naturali non è mitigata da coperture assicurative, lasciando individui ed imprese a fronteggiare direttamente i costi di tali eventi.

(Tutti i dati statistici e percentuali di questo paragrafo sono tratti da qui).

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